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Non riesco più a scrivere
Non come prima
Anche se so di essere meglio di prima.
Mi chiedo se quell’ispirazione improvvisa fosse fondata su quella tristezza e quel panico che sento di aver perso.
Poi mi rispondo:
No, non è il panico.
Sono ancora una bambina che vagabonda, terrorizzata dalle persone e dai loro volti
Da quegl’occhi che mi fissano sempre e quelle parole non dette.
Quindi cos’è che è?
Ho perso sensibilità? rapporto con il mondo? con me stessa?
Non riesco più a scrivere perché non comunico più con quel che sono?
Forse non mi riconosco
Eppure, non mi sono mai sentita così autentica
No, forse una volta c’è stata
Ma ero così immatura che non sono riuscita a coltivarla quell’autenticità.
L’ho colta solo ora.
Eppure, non scrivo.
Non scrivo ed esco di testa, perché odio tutto quello che metto su carta -
Avevo l’abitudine di non rileggere niente di quel che scrivevo per paura di affrontare quello che ero finalmente riuscita a buttare giù.
E ora
Lo rileggo troppo
Una, due, tre e non arrivo alla quarta volta perché lo elimino passando al prossimo progetto senza futuro, alla prossima poesia che non esiste e non esisterà mai se non al di fuori di un istante bloccato tra quei mille universi che ho creato dopo aver eliminato l’ultima lettera.
Non scrivo e non parlo.
Non ho mai parlato, e questo non mi spaventa.
Ma scrivere
Perché non scrivo?
Mi manca scrivere.
E penso che in fondo, sotto sotto, il motivo, sia che non mi sto innamorando.
Di niente, di nessuno.
Passo i giorni a fissare il vuoto, aspettando di che scrivere.
La mia psicologa, probabilmente, mi direbbe che dovrei innamorarmi di me
Ma non è la stessa cosa
Adoro ciò che sono, non voglio essere fraintesa
Più passa il tempo e più mi rendo conto di essere un individuo tra mille, con tutte le sfaccettature del caso
Mi rendo conto di essere un miscuglio di tutto ciò che mi piace ma che ancora non ha una direzione verso cui buttarsi
Osservo ogni mia reazione e ogni mio gesto, ogni particolarità e ogni parola che uso nei testi ma
ancora
non so bene
come amo
che parole userei
per descriverlo?
Che metro userei?
Lascerei il verso libero?
Tornerei a scrivere poco? frammentato? tornerei a dubitare di quel che sono?
Tornerei a scrivere?
Ho paura
Ho paura di tornare a scrivere e dovermi fermare improvvisamente
Di allontanare le mani dalla tastiera e tornare a non sapere cosa fare
che scrivere
che parole inventarmi per suonare più poetica
Le mie poesie non funzionano perché non c’è nessuno di mezzo?
O forse quel qualcuno non esiste?
Mamma dice che allontano le persone
Che per paura di rimanere ferita, penso sempre allo scenario peggiore
Mollo tutto ancor prima che accada
Perché se non c’è nessuno, allora nessuno può ferirmi
Allora
Nessuno
Può ferirmi
Nessuno può,
Allo stesso modo di come qualcuno potrebbe
Rimango ferita anche sola
Perché mi rendo conto di quanto fragile e stupido sia il mio ego
Sono tutto quello che ho odiato di lui
Tutto quello che ho odiato di loro
Terrorizzata
Da chi le mie poesie dovrebbe leggerle
Scrivo bene al buio
Dove nessuno mi vede
Scrivo bene quando non rileggo
E faccio finta che tutto questo non lo leggerà mai nessuno
Scrivo bene solo quando faccio a botte con l’orgoglio e tiro fuori quello che sono davvero, passando per quella vergogna che mi accompagna da sempre.
E forse è per questo che scrivo bene quando mi innamoro.
Perché da che ho ricordo, per amare,
Faccio a botte con il mio orgoglio
Nascondo i lividi
E faccio finta di niente.